La prefazione di Barbara Alberti alla collana Nuove Voci, inserita come apertura al mio romanzo Biglietto di sola andata, non poteva sposarsi meglio con quello che è il mio pensiero e con ciò che mi ha spinto a raccontare questa storia.
“Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano”.
Il libro è un confidente e benché il rapporto autore-lettore non avvenga in forma dialogica e personale, viene a crearsi nondimeno e intimamente mediante uno strumento potentissimo: la parola stampata e che verrà conservata per sempre, in un presente senza tempo.
Nelle parole che ha scelto, lo scrittore ha messo qualcosa di sé e il lettore le interpreta in una duplice funzione, accogliendo quello che l’autore ha voluto trasmettere, eppure proiettandovi parte di se stesso.
“Ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità”.
Ed è vero: con i personaggi di un libro riusciamo a trovarci tanto d’accordo quanto in contrasto, li amiamo e li odiamo, ridiamo e soffriamo con loro. È questo che ho disperatamente cercato di fare con Sofia per renderla più realistica, umana, imperfetta, a volte persino irritante, ma che conservasse uno spirito, un carattere, quasi a voler squarciare quelle pagine urlando “eccomi qui, ci sono anch’io, ascoltatemi!” …o meglio, leggetemi!
La sua storia nasce in questo modo. Da un bisogno viscerale di raccontare e raccontarsi, con l’obiettivo e il desiderio di lasciare inalterata quella capacità di provare emozioni che tante volte non concediamo a noi stessi e che dobbiamo invece preservare con tutte le nostre forze, come fosse il bene più prezioso.

[…] Biglietto di sola andata: Lettera aperta a Barbara Alberti (prefazione Nuove Voci) […]
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